mercoledì 1 aprile 2009

G20 e crisi

E' bello vedere che la piazza ritorna animata, che si manifesta, che si crede in qualcosa. Non è stata nemmeno particolarmente violenta la manifestazione di oggi al G20, solo un po' di botte e un po' di esagitati arrestati. Non è ancora finita, ma se il peggio fosse passato si potrebbe dire che in molti hanno pacificamente dimostrato a 360 gradi contro ogni tipo di malessere che attanaglia la gente: Job, Justice, Climate. Puro malessere riversato in pubblico, solidarizzato tra manifestanti, diretto all'attenzione dei 20 grandi.
Quello che non stupisce ma che un po' dispiace è l'attacco durissimo verso la Banca d'Inghilterra e in generale tutte le banche (RBS assaltata) per le loro responsabilità nella crisi e per gli immeritati aiuti che hanno ricevuto.
Facendo un passo indietro, la crisi è cominciata come "crisi dei mutui americani", cioè col fatto che tante famiglie americane si erano indebitate esageratamente e non pagavano più le rate dei mutui. Al punto che le banche hanno avuto così tante perdite che alcune sono fallite, altre hanno svalutato centinaia di miliardi. Altra faccia della crisi sono le carte di credito: enormi ammontari presi a prestito, che americani ed europei non riescono più a ripagare. E giù altre svalutazioni per le banche.
Le banche hanno certamente gravi responsabilità: imprudenza nel prestare denaro, spregiudicatezza nel cercare profitti, tendenza a neutralizzare/esternalizzare i rischi cedendoli al mercato. Detto questo, le banche sono state finora il segmento più colpito dalla crisi con migliaia di dipendenti che hanno perso il lavoro o grandissima parte del loro patrimonio (in particolare quelli pagati in stock options, che ora valgono zero). Ma le colpe non possono essere ricondotte solo a loro, poiché sono diretta conseguenza di un atteggiamento sociale imprudente e consumistico.
Salvare le banche rimaste, benché sgradevole per i contribuenti, è l'unico modo per ridare una parvenza di normalità all'economia, consentendo alle imprese e ai cittadini di avere ancora accesso al credito (e pertanto di avere tutti un lavoro).

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