domenica 14 giugno 2009

Semplicità e vita


Ancora dal Libro della Sapienza.
Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l`onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
La sapienza non entra in un`anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione,
se ne sta lontano dai discorsi insensati,
è cacciato al sopraggiungere dell`ingiustizia. [...]
Non provocate la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutto per l`esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c`è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
perché la giustizia è immortale.
Gli empi invocano su di sé la morte
con gesti e con parole,
ritenendola amica si consumano per essa
e con essa concludono alleanza,
perché son degni di appartenerle.

Rumore

Quanto rumore, quanto confusione nella società multimediale. Ognuno dice la sua, ognuno col suo punto di vista, ognuno sviscera fatti e questioni secondo coscienza, secondo morali personali. Ciascuno col medesimo diritto, ciascuno col medesimo peso. Ecco così che un fatto, una situazione, non esiste più di per sè, ma è centuplicata, sminuzzata, orientata dai modi d’intendere e dai pre-giudizi di chi ne parla.
Chi ascolta può solo venire inondato di informazioni contrastanti, di bugie e verità mescolate senza soluzione di continuità. La mente cerca di dare un senso al garbuglio che si trova dinnanzi, ed allenatasi in questo esercizio comincia a credere che tutto sia effettivamente un immenso garbuglio, un labirinto senza uscita, una casa di specchi dove puoi andare in qualsiasi direzione, tanto l’uscita non esiste.
Il multiculturalismo, il relativismo: significa che giusto o sbagliato non esistono più, perché ciascuno è legge a se stesso, ciascuno ha bisogni ed esigenze inconciliabili, e valide argomentazioni esistono per sostenere qualunque tesi. Come se l’uomo moderno, trovandosi più vicino l’uno all’altro, fosse improvvisamente diventato diverso dall’uomo antico; e per gestire questa inconciliabilità assoluta tra gli uomini la soluzione è livellare, raggiungere il massimo comune denominatore - abbattere cioè qualsiasi forma di pensiero forte, ciò che dovrebbe costituire il fondamento della coscienza.
Il pericolo per l’uomo occidentale non è materiale, perché di materiale gli manca ben poco; ma al progressivo arricchimento materiale si è accompagnato un parallelo impoverimento dello spirito, altrettanto forte, per cui facilmente a smarrirsi è la sua stessa coscienza.