domenica 6 ottobre 2013

Conoscere il futuro

Uno dei tanti desideri poco sani che abitano il cuore degli uomini è quello di conoscere il futuro. Sapere cosa accadrà è potere, è vantaggio sugli altri, è soprattutto balsamo alla paura e all’incertezza di quello che di male può capitarci. Non a caso proliferano veggenti, cartomanti, lettori di ogni tipo di augurio. Come il desiderio di proiettare in avanti senza limite o morale le frontiere della ricerca scientifica, alla ricerca di un’umana immortalità, il desiderio di conoscere il futuro è volontà dell’uomo che ancora mangia avidamente del frutto dell’albero proibito.
Conoscere il futuro vuol dire toglierci la responsabilità delle nostre azioni nel presente. Vuol dire escludere il nostro libero arbitrio. Vuol dire anche negare Dio come nostro Padre, perché non ci affidiamo più a Lui come figli, sicuri che Lui ci darà sempre ciò di cui abbiamo bisogno, ma ce ne allontaniamo, credendo in altre cose che sono pagane e spesso diaboliche. Prendiamo cioè in mano il nostro destino, volendo fare da noi, credendoci così superiori a Dio stesso.
Se con un telefono chiamiamo qualcuno, dovremmo sapere senza dubbio chi c’è dall’altra parte della linea. Ma quando gli uomini si rivolgono a esperti che possono predire il futuro o interpellare spiriti per saperlo, chi c’è dall’altra parte? È sempre il Nemico, che della paura o disperazione se ne approfitta per rendere gli uomini schiavi. Anche quando il suo servitore ci dice cose belle, suadenti, che suonano di grande conforto, ma che in realtà sono come il verme sull’amo, un’esca per portarci in trappola. Una volta morso il frutto dell’albero proibito, è così facile ricaderci sempre di più, finché non si è completamente presi nella rete tesa apposta per farci perdere.
L’unica predizione certa del futuro è questa: che il nostro tempo sulla Terra un giorno finirà. Che senso ha vivere di illusioni? Questa è l’unica certezza. Accettiamo la nostra natura, e traiamo conforto all’idea che le nostre pene finiranno. Viviamo per apprezzare ogni istante del presente, con serenità, con pace, con la compagnia di affetti sinceri. Facciamo quel che possiamo per essere fieri di noi stessi ogni volta che ci corichiamo per la notte. E forse così facendo troveremo la strada al vero futuro, quello che non finisce mai, e che non conosce sofferenza.