venerdì 29 maggio 2009

Stile di vita


Un brano interessante dal Libro della Sapienza, che molto riflette la mentalità dei tempi.
Dicono i malvagi fra loro sragionando:
"La nostra vita è breve e triste;
non c`è rimedio, quando l`uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
E` un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
La nostra esistenza è il passare di un`ombra
e non c`è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d`anni del vecchio.
La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile […]

La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
Sì, Dio ha creato l`uomo per l`immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto."

mercoledì 27 maggio 2009

Supergioia

Noemi deriva dall'ebraico no'am che significa "gioia". Casualità nella scelta del nome o approfondita conoscenza etimologica? Noemi Letizia si legge quindi "gioia + letizia", una specie di gioia al quadrato, una supergioia. Sicuramente chi porta questo nome appare in molte foto radiosamente gioiosa, di una gioia contagiosa che ha colpito stampa, famiglia e presidente del Consiglio, da molti ritenuto parte integrante della stessa famiglia.
La stampa dovrebbe farle un monumento - anzi glielo sta già facendo, in grande stile, con una campagna mediatica che non vede l'eguale nemmeno sotto elezioni politiche - per aver disseminato questi sorrisi giganti in tutta Italia. E' diventata l'oggetto di cui tutti devono per forza parlare, ognuno per le sue ragioni: chi per screditare il premier, chi per difendere il premier, chi perché disgustato dal cabaret della politica - e del costume - italiano. Chi perché la trova carina, chi perché la trova bruttina; chi perché vuole giudicarla una svergognata in carriera, chi perché vuole restare deliziato da eventuali talenti che prima o poi le verranno attribuiti. Non è più una persona, ormai - e chi l'ha mai vista dal vivo? potrebbe anche non esistere - ma è uno specchio in cui tutti si guardano e ci vedono quello che vogliono.
Dispiace solo che l'utilità pubblica di questo specchio sia pari a zero. Dispiace che questa bionda chioma sia un inutile fuoco fatuo sventolato davanti alle facce degli italiani, senza alcun messaggio, senza alcun significato, mero oggetto di confusione, mero strumento autoreferenziale di una stampa perversa.