martedì 1 giugno 2010

Terapia

Si è parlato qualche tempo fa della mancanza di responsabilità della nostra gente, e in particolare della mancanza di voglia o di coraggio di assumersi responsabilità. Credo che le cause di questo problema siano di triplice natura:
1) cause strettamente culturali e connesse ad una certa rilassatezza del nostro Paese, specie in campo lavorativo: non assumersi responsabilità è facile, e se possiamo evitarlo saremo propensi a cogliere l'occasione (particolarmente se tale pratica è diffusa)
2) classe politica: una classe che ha viziato e strapagato il consenso elettorale dei suoi cittadini, educandoli al benessere dei diritti senza doveri ed alla "necessità" di una macchina burocratica pervasiva in grado di svolgere qualsiasi mansione
3) magistratura: un potere sgocciolante e autoreferenziale, lento e impacciato nell'agire, che dà la percezione di non punire chi andrebbe punito ma d'incancrenirsi su facezie con zero flessibilità e poco buon senso. Se la polizia non può agire con fermezza perché sente il peso della mannaia giudiziaria; se il cittadino non ha un diritto forte all'autodifesa all'interno della sua proprietà privata; se un medico rischia una causa ogni qualvolta il risultato del suo intervento non è soddisfacente: conviene non assumersi responsabilità.
Eco a tutto ciò è poi il lavoro della stampa, che troppe volte sembra agire in modo puramente spettacolare e opportunistico, creando divisione e scandalo anche dove non ce ne sarebbe bisogno. Ciò non vuol dire che la libertà di stampa debba essere limitata, ma solo che i giornalisti dovrebbero essere intellettualmente più onesti e meno sensazionalisti.
Può sembrare antiquato, ma la propaganda da parte del Governo con i mezzi di informazione (in particolare quelli pubblici) dovrebbe essere usata in modo più massiccio per educare la gente ad una sensibilità diversa. Propaganda suona molto male in un paese che ha vissuto una dittatura, chiamiamola allora pubblicità; ma non è forse dovere del Governo educare i cittadini a certi principi fondativi?
La classe politica inoltre dovrebbe prendere coraggio ed essere orgogliosa di compiere scelte impopolari; perché il nostro popolo, nonostante sia lazzarone, rimane un popolo che ammira leadership e coraggio, valori che quasi lo turbano (data la loro quasi totale assenza negli ultimi decenni) e di cui ha bisogno come una pecora del pastore. Un popolo che, abituato a sputare nel piatto in cui mangia, disprezza immediatamente una classe politica viscida che si prostituisce nell'adularlo a qualsiasi costo. L'italiano è un popolo che sa ingoiare la pillola se gli vengono date valide motivazioni per farlo, e la politica deve avere il coraggio di dire al popolo che si deve svegliare, che deve sognare e ritrovare la speranza nel futuro. Deve dire al popolo che il vecchio Stato ha fallito, e che la risposta sono i cittadini - e al contempo promuovere iniziative che restituiscano nobiltà al lavoro statale e facciano sentire giustamente premiato chi compie il proprio dovere.
E la magistratura va riformata: processo breve, separazione delle carriere, responsabilità dei giudici, minore mediaticità dei processi, e soprattutto un orientamento (perché le leggi sempre s'interpretano) al buon senso e alla responsabilizzazione dei cittadini.