mercoledì 7 ottobre 2009

Paradossi della libertà

Viviamo una crisi di costume squisitamente democratica. Abbiamo l'anomalia Berlusconi, un'eccentrica e dinamica anomalia, l'unica al momento in grado di fare qualcosa per le sorti economiche/strutturali del paese. Un'anomalia che lascia spazio a molti dubbi per quanto compete l'onestà dell'interessato, la trasparenza in tema di informazione, il corto circuito tra poteri istituzionali (e in particolare quello giudiziario).
Lo strapotere di Berlusconi sembra tuttavia ben contemperato dall'escalation di batoste che gli stanno piovendo addosso negli ultimi tempi. Scandali a sfondo sessuale (che lui stesso avrebbe potuto risparmiarci) che martellano l'informazione ormai da mesi; la sentenza sul lodo Mondadori e lo schiaffo da €750 milioni che Fininvest dovrà pagare; adesso il nodo ancora stretto sul lodo Alfano, sensibile di mettere in crisi l'intero governo.
E' cosa nota che Berlusconi non sia espressione di quei poteri economici che tirano le fila dell'Italia da dietro le quinte fin dagli anni '70. Berlusconi è un nuovo ricco, e quindi paradossalmente più vicino alla piccola impresa che alla grande rendita privata, che sempre lo ha guardato e trattato come un parente (quasi) povero.
Il conflitto tra le due parti in lotta, tuttavia, sta trascinandosi ormai dietro l'Italia. E' colpa di Berlusconi, un bersaglio troppo facile, troppo ingombrante, che quindi dovrebbe farsi da parte? E' colpa delle grandi società e degli intrallazzoni - FIAT, CIR, banche varie e amici - che vedono minacciati i propri privilegi, e si servono disinvoltamente dello schermo di una sinistra allo sbaraglio e di una magistratura radical chic, che ama le loro lusinghe? E' un conflitto ormai talmente aperto che ha fatto perdere i presupposti del problema. Ormai non si guarda alle ragioni del conflitto: si dice solo che si deve togliere di mezzo Berlusconi, o che i giudici danno spallate agli esecutivi.
In realtà questo conflitto è squisitamente democratico, e dovrebbe consolare coloro che paventano o temono colpi mortali alla democrazia. Stiamo sottraendo tempo ed energie a quelli che sono i problemi più pressanti dell'Italia; stiamo istupidendo gli italiani con pettegolezzi e trame oscure, da entrambe le parti, e tutto si incentra su Berlusconi che è al contempo il problema e la soluzione.
E tuttavia, se ci intratteniamo con questi pensieri, vuol dire che di grossi problemi gli italiani forse non ne hanno.