venerdì 20 agosto 2010

Vincere il mondo


Uno dei doni e dei poteri più grandi che l'uomo abbia è il pensiero. Se infatti il mondo esterno ci è davanti agli occhi ed "esiste" come realtà concreta, in un certo senso statica o inerziale, il nostro pensiero supera la realtà e la elabora, la ricrea, la plasma in nuove forme, la arricchisce di dettagli, la moltiplica. L'uomo nel suo pensiero rende il mondo infinito, lo espande, e in un certo senso lo ricomprende e lo ingloba portandolo dentro di sé. L'uomo ha il potere di superare e cambiare il mondo. Questo è l'idealismo.
Adesso un po' di domande: si può cambiare il mondo? Si può cambiare se stessi? Si può essere perfetti? Il mondo è bianco, nero o grigio? Il lavoro è un'opportunità o una sventura? Sacrificio: valore o mito? Purtroppo non possiamo fare salti indietro nel tempo, ma sarebbe estremamente interessante fare questo sondaggio agli uomini di oggi, 50, 100, 300, 500 anni fa, e vedere come variano i risultati.
Oggi crediamo fermamente che il mondo sia grigio, che forse si può cambiare ma molto lentamente, e in generale le persone non cambiano, ma anzi "nascono così" (buone o cattive, intelligenti o stupide, atei o credenti, gay o etero, fedeli o infedeli, eccetera) sottintendendo che così dovrebbero rimanere fino alla morte. Anzi, è sempre più importante "essere se stessi" e approfondire le proprie spigolosità, per distinguersi dagli altri, per essere folli a modo nostro, per ottenere successo dalla vita rimuovendo qualsiasi freno specialmente mentale o morale che per varie ragioni possiamo avere. Il lavoro è un male necessario per consentirci di vivere il meglio possibile, faticando il meno possibile.
Invece possiamo cambiare, e abbiamo il dovere di ricercare la perfezione in tutto. Quante cosa potremmo imparare, e quanto di noi possiamo migliorare?
L'uomo non è di questo mondo, e prova di ciò è in questo dono che esso ha. Nel mondo i sassi rotolano dal monte fino a valle, ma l'uomo ha il potere di raccogliere il sasso e riportarlo in cima al monte, se lo desidera. In un universo di entropia e disordine, l'uomo con lavoro e fatica può dare ordine al caos. Deve solo volerlo, e cioè compiere una scelta.
Il mondo è oggi certamente grigio, ma l'uomo ha il potere di separare il nero dal bianco, e di schiarire il grigio di questo mondo. Può tirare la corda da una parte o dall'altra, o non tirarla affatto - questa è la sua scelta. Il grigio è comodo, tranquillizzante, moderato, specialmente se restiamo incrostati nell'idea che non si possa vivere diversamente.
Tuttavia ci sono scelte nobili, coraggiose, difficili; modi di essere improntati a regole e principi dimenticati; volontà che si sottraggono al bombardamento di esempi negativi del mondo moderno. Per cui mi sembra lecito affermare che ciascuno di noi è esattamente ciò che vuole essere. Il risultato di idee a cui si è aggrappato, idee che per lo più vengono dall'esterno piuttosto che dalla nostra logica, costruendo progressivamente un'identità che è tuttavia questo: costruzione. E le costruzioni possono essere ristrutturate, abbattute e riedificate.
Se la volontà di cambiare se stessi e il mondo è vera, tanto vera che si è disposti a sforzarsi e a perseverare pur di realizzare il sogno che abita nei nostri pensieri, il miracolo è già compiuto.

giovedì 19 agosto 2010

Il tramonto degli eroi


Il 10 maggio 2010 ci ha lasciati Frank Frazetta. Nome sconosciuto ai più, ma assai più conosciuti sono i suoi dipinti che da decenni continuano ad essere utilizzati come illustrazioni e copertine di libri del genere fantastico. Un genio impressionante e insuperato, i suoi quadri hanno il respiro degli anni in cui l'Occidente era felice e giovane, spensierato e fiero della propria forza. La vitalità dei suoi personaggi è ineguagliata, così come la sua comprensione quasi spirituale di culture e simboli ancestrali, e la nostalgia di un passato e di un futuro ideali nella loro purezza. I suoi uomini sono tutti eroi, le sue donne sono principesse da conquistare, i suoi nemici sono esseri malefici da sconfiggere a qualsiasi costo.
Come per i suoi personaggi, la sua è una storia di valore e coraggio. Quando nel 2000, all'età di 72 anni, perse in seguito ad un ictus l'uso della mano destra con cui dipingeva, imparò a dipingere con medesimo successo usando la sinistra.
"What I do is create images, period." Così descriveva il suo lavoro, ed era vero - lui "creava" immagini, cose che non c'erano, e in quelle immagini c'era tutto un mondo perfettamente articolato e palpabilmente vivo. Le sue immagini sono fotografie di altri mondi e di altri tempi, ma veri, completi e reali come il nostro. Come nessun altro artista i suoi quadri non evocano solamente stupore, meraviglia per il soggetto extra-ordinario, ma destano ricordi e nostalgia. Sembra che le sue immagini parlino di fatti avvenuti, vicini a noi, dietro la porta di un passato o di un futuro non distanti. Sono fatti che ci riguardano e che vorremmo vivere o rivivere in prima persona, e che ci chiamano dentro il dipinto. Sono immagini di mondi e creature di sconcertante bellezza e virtù, che sempre più contrastano con lo spirito cinico e ingrigito del nostro mondo moderno. Frank Frazetta non poteva lasciarci più di quanto ci abbia lasciato.