martedì 24 marzo 2009

Talenti

Tanti giovani se ne vanno all'estero perché non trovano in Italia un lavoro soddisfacente. E' la "fuga dei talenti", che tanto si cerca di fermare. Ma cosa può fare lo Stato per trattenere i talenti? Di fatto, niente, almeno nel breve/medio periodo.
I giovani se ne vanno per ragioni strutturali. Non se ne vanno soltanto perché non trovano un lavoro abbastanza remunerativo - anche se quella è una ragione forte. Il sistema Italia strutturalmente non premia il "merito" e non incentiva lo sforzo al miglioramento.
Dal lato del contratto (e qui rientrano Stato e sindacati) manca in modo abissale la flessibilità nell'approccio al lavoro. Va bene fissare un tempo "standard" di lavoro per i dipendenti (le 45 ore settimanali) ma non si può impedire, limitare o disincentivare il lavoro straordinario. Una persona deve essere libera di poter lavorare quanto vuole.
Allo stesso modo, è giusto che un'impresa sia libera di licenziare un dipendente in qualsiasi momento per ragioni economiche o di malfunzionamento del rapporto di lavoro. Bisogna comprendere che il licenziamento non è un'arma di ricatto a vantaggio dell'impresa, quasi che l'impresa provasse sadicamente gusto a colpire qua e là in base a strane antipatie. Il licenziamento tutela i buoni dipendenti da coloro che invece lavorano male o si rilassano. Avere colleghi che non lavorano, o lavorano la metà di quello che lavori tu, e che sono pagati allo stesso modo, ha un effetto disastroso sul morale e il rendimento delle persone. Se qualcuno si sente legittimato a lavorare poco, perché egualmente pagato e inamovibile, tutti saranno incentivati a comportarsi alla stessa maniera. Ne è conseguenza naturale che per fare la stessa quantità di lavoro sarà necessario assumere più persone, che lavorino "poco", e che siano pagate anche poco, in un banalissimo circolo vizioso. Logicamente, chi ha voglia di lavorare ma anche di percepire uno stipendio migliore cercherà di andarsene o di trovare un altro mestiere.
Dal lato delle imprese dovrebbe essere consentito stipulare contratti maggiormente flessibili, che prevedano una parte della compensazione fissa ed una variabile, legata alla performance; e che pesino possibilmente intorno al 50% - 50%. In tal modo si può dare soddisfazione a chi lavora bene, e motivare a far meglio.
I talenti sono tali perché apprezzano un ambiente sfidante, in cui possono appunto "utilizzare" i talenti. Se l'ambiente è impostato su un livello medio basso, senza prospettive, come si può pensare che se ne restino in Italia?

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