domenica 22 marzo 2009

La sindrome del Grillo

Grillo conduce molte battaglie e il suo blog è popolato di idee, di invettive, di dita puntate. A Grillo piace fare chiarezza, individuare il problema e trovare il colpevole. Gli piace smascherare complotti, intrighi, le squallide faccende italiane piene di piccoli egoismi. Grillo vuole un’Italia migliore, trasparente, moderna, giusta, in cui i politici siano duri e puri come Grillo stesso e i suoi sostenitori (specialmente Travaglio). In cui nessuno faccia niente per denaro, men che meno la politica, ma si dedichi giorno e notte al bene dello Stato. I soldi hanno un brutto “odore”, come Travaglio sa bene, e fanno puzzare anche l’anima che ne entra in contatto. Per questo i politici dovrebbero essere persone normali, senza troppi soldi, senza potere, televisioni, giornali, magari senza grossi partiti che richiedano finanziamenti. Dovrebbero essere persone pure, degne, intelligenti, qualificate, perfette, ma senza soldi, senza posizioni di interesse, senza amicizie (tante amicizie ricadrebbero inevitabilmente in gruppi mafiosi, clericali o massonici), e tuttavia totalmente disinteressate, che dovrebbero venire automaticamente elette in funzione della meritocrazia perfetta, favorite dal tam-tam di internet.
Anni fa girava una storiella che non vorrei ripetere a Grillo. Ci sono tre candidati politici: uno è un mezzo alcolizzato, uno un grosso fumatore che era il peggior studente della sua classe, il terzo un vegetariano integerrimo che non beve nemmeno alcolici. Chi sceglieresti come capo dello Stato? Non so cosa piacerebbe a Grillo, ma il terzo candidato era Hitler. I primi due, Roosevelt e Churchill.
La democrazia per Grillo è l’anarchia virtuale, in cui ciascuno di noi perfetti italiani si comporta bene, e non ha bisogno di questa classe politica ed economica corrotta, l’unico vero male dell’Italia. Il suo desiderio di giustizia e di trasparenza è encomiabile. Ma la giustizia non è solo puntare il dito e condannare, è anche dare nuove possibilità, anche perdonare, anche lasciar fare a ciascuno il proprio lavoro nell’interesse superiore della collettività. Psiconani e Topi Gigi sono belle caricature. Ma se non ci fossero loro, ci sarebbe qualche altra caricatura. Grillo ha in passato lodato Obama accodandosi al gregge di felici sostenitori del “Yes, We Can”, della novità. La realtà è che, se Obama si fosse candidato in Italia, Grillo avrebbe trovato anche per lui un soprannome azzeccato.

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