mercoledì 6 maggio 2009

Calma andreottiana

Mi stupisce e mi piace la calma andreottiana, una calma che solo pochi individui - politici o meno - riescono a conquistare. L'arena della vita ci getta addosso ogni giorno un'infinità di problemi e tempra la nostra pazienza come un maglio incessante. Quante occasioni abbiamo ogni giorno per perdere la testa dal nervosismo? Per abbandonarci e cedere ai colpi che ci arrivano? E probabilmente sono poca cosa rispetto al fango, all'ipocrisia, alla negatività che si respira in politica, dove fatti e verità divengono quotidiani esercizi di manipolazione e di sofismo. Dove le persone sono oggetto di attacco diretto, personale, opportunistico, spietato. Dove si può trovare la forza per sopportare tutti questi problemi con un onesto sorriso sulle labbra?
Credo che tra le varie risposte ci sia una grande comprensione della natura umana e dei rapporti tra gli uomini. Comprendere che l'uomo è piccolo, ha piccole ambizioni, non riesce a guardare lontano. E' un uomo con tante paure, tante debolezze, un uomo che crede sempre di essere nel giusto e che le proprie ragioni valgano più di quelle degli altri. Un uomo egoista che non si avvede del proprio egoismo, che anzi riesce a guardarsi allo specchio e lodarsi per la propria generosità. Non è dagli uomini con una grande anima che scaturiscono mali ed offese, volgarità e intolleranza, ma da quelli che ancora non hanno trovato il proprio spirito, la luce al di là del tunnel della vita.
Si può affrontare con calma uomini di questo tipo solo vincendoli con l'intelligenza dello spirito, solo perdonandoli in grazia dei loro limiti. Ma anche riuscendo a dare il giusto peso alle cose, avendo la certezza delle cose importanti e ignorando tutto ciò che di negativo e di passeggero non merita alcuna attenzione.

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