domenica 3 gennaio 2010

Ricordare

Quanto sono semplici, le cose. Sempre uguali a se stesse, poiché sempre soggette alla stessa legge, eppure ci confondono con la loro semplicità.
Abbiamo inventato un calendario, e abbiamo appena girato pagina nel nuovo anno. Siamo nello stato mentale di ricominciare da capo, di azzerare quello che è stato per avviarci verso il nuovo traguardo, e cioè il bilancio di fine 2010. Nuove sfide, nuove esperienze, nuove amicizie.
Sempre uguale invece è il nostro mondo. La neve scende e si scioglie. Ancora prima che ce ne rendiamo conto, rifioriranno i nostri prati nel risveglio della primavera. Un nuovo placido ciclo delle stagioni già si muove verso il suo certo destino.
Mentre la natura prosegue con sicurezza il suo corso, noi siamo prigionieri dell’insicurezza, della variabilità, della potenzialità. Incertissimo è il nostro destino di uomini, il nostro presente, il nostro stesso essere.
Siamo avvolti come da un morbido velo di incoscienza, di dimenticanza, di pretesa d’immortalità, ed è questa una bella illusione che forse ci aiuta a vivere. Ma col volgere del nuovo anno ricordiamoci di tante cose vere e semplici, tanto banali che sfuggono quasi sempre alla nostra percezione. Ricordiamoci di quanto abbiamo: benessere, salute, famiglia, qualità personali, e di come ci sentiremmo se una sola di queste cose ci venisse meno. Consideriamo la precarietà della nostra esistenza, il fatto che siamo solo polvere di stelle, e che il mondo può benissimo fare a meno di noi. Ricordiamoci che il nostro corpo è soltanto uno strumento che amministriamo, di cui siamo liberi di fare ciò che vogliamo, ma solo per un breve periodo di tempo, e che ci può venire tolto in ogni istante. Ricordiamo che non esistiamo da soli, ma solo insieme ad altri come noi, di cui non siamo migliori né peggiori. Contentiamoci della grande opportunità che abbiamo di vivere, e sosteniamoci a vicenda nella comprensione di quanto in realtà sia povero l’essere umano.

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