domenica 1 novembre 2009

Vorrei

Vorrei una destra e una sinistra autentiche, costruite da facce nuove e giovani. Da uomini ambiziosi e decisi, capaci di mettere una pietra sul passato e voltare pagina. Una destra che non insegua la sinistra sul terreno dell’egualitarismo a buon mercato, nell’autocompiacenza di un liberismo o di un socialismo chic. E una sinistra che non tema di condannare il suo passato, di ripulire i propri armadi, non imbalsamata nel vischio del politicamente corretto.
Una destra e una sinistra di carne e di sangue, di uomini, di combattenti. Vorrei che portassero con sè una visione del futuro, un nuovo sogno per il nostro paese. Cos’è adesso l’Italia, se non una carretta affaticata, pronta a fermarsi da un momento all’altro afflosciandosi sul proprio debito, ingoiata dalla crisi ancora maggiore dell’Occidente?
Vorrei un leader che spazzasse via ogni dubbio, che aprisse un nuovo solco nella storia del nostro paese. Che ci dica quello che non vogliamo sentire, che ci costringa a fare quello che non vogliamo fare, e che ci dia la ricompensa per il nostro lavoro. E ancora non vedo questo leader sulla scena.
Vorrei un’Italia unita, nelle menti e nelle parole degli italiani. Vorrei che il desiderio di vivere insieme fosse scritto nei loro cuori, e che credessero in esso più di quanto non credano in se stessi. Vorrei che gli italiani riscoprissero una fede, un principio intangibile, una promessa al di fuori dell’uomo; qualcosa che seguiamo anche contro il nostro interesse, contro il nostro buonsenso, ma che orienta il nostro agire perché rappresenta un futuro in cui speriamo, e che crediamo di poter realizzare.

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