giovedì 5 novembre 2009

Il Crocifisso di Travaglio

Ho letto l'articolo di Travaglio sul Crocifisso, e nonostante egli possa essere un grande cattolico (cosa di cui non ero a conoscenza) il suo atteggiamento generale rimane certamente poco cattolico, e a me inevitabilmente sgradito, anche se dice cose a volte condivisibili. La sua argomentazione è sempre la stessa, in tutto quello che scrive: questo è razzista, questo è ignorante, questo è massone, quest'altro è ipocrita, a quello infine interessano solo i soldi. Io sono l'unico che ha studiato e che non ha interessi, sono perfettamente razionale e lucidamente giuridico, e vi dico la verità "puliticamente" corretta (nemmeno politicamente, ma puliticamente).
Il problema e la fortuna economica sua, è che prende alla lettera tutto ciò che viene detto dai politici. Da un lato fa bene, perché i politici dovrebbero stare molto attenti a come parlano; dall'altro fa male, perché non guarda come si dovrebbe al vero senso e alle intenzioni dietro cose imperfette come le parole, invece mette mano al dibattito mediatico/politico intrecciandolo e orientandolo negativamente. Cosa che non giova a nessuno, specie agli italiani.
Perché di politici perfetti non ce n'è, ed è molto difficile dire chi potrebbe fare il loro mestiere meglio di altri. Ma quando un politico è stato eletto, dovrebbe essere trattato in modo critico ma costruttivo, e messo nelle condizioni di lavorare il meglio possibile. Non importa che sia Berlusconi, Fini, Casini, Bersani o Bertinotti: il presidente del consiglio deve poter lavorare in pace. Poi dopo 5 anni lo spedisci a casa o lo rieleggi. Il gioco di Travaglio e soprattutto della gente che ama frequentare (Santoro, Grillo, Di Pietro) è invece il gioco delle spallate, di chi si mette in tasca la verità e la perfezione, e fa qualsiasi sgambetto pur di abbattere l'avversario. Magari Travaglio non è proprio come loro, ma le persone si riconoscono anche dagli amici.

Tornando al suo articolo, Travaglio inizia insultando più o meno giustamente svariate persone:

  • Feltri = ignorante sesquipedale (in altri tempi avrei detto "aggettivo che appaga l'intelligenza di chi lo utilizza")
  • Bersani = uno che è superiore e non dà peso a cose talmente inutili
  • Berlusconi = massone putt#niere ed ipocrita
  • Lega = pagani bradi e ipocriti
  • Gelmini = ignorante moralista finto-tradizionalista.

Quindi fa la solita analisi rigorosa dell’aspetto legale della questione, e in sostanza si scopre che legalmente il Crocifisso è equivalente alla lavagna e alla cattedra, un mero arredo che non ha a che vedere con tradizioni, costituzione o altro, quindi non c'è una legittimità legale per cui debba restare appeso.
Poi arriva la parabola di salvezza secondo Travaglio. A suo avviso lui tutti dovrebbero accettare e benvolere il Crocifisso nelle scuole perché simbolo ateo di grande umanità, ed esempio di coerenza ideale. Lamenta pure che la Chiesa non riesca a spiegarlo bene, questo concetto (e ci credo e lo spero), perché è troppo interessata a battere cassa su 8 per mille e scuole private, anch'essa ormai contaminatissima dallo sterco del diavolo.
Secondo lui gente di qualunque fede dovrebbe essere felice di avere il Crocifisso in classe: gli ebrei perché Gesù era ebreo, i musulmani perché è anche un loro profeta, gli atei perché è un esempio di virtù civili. Implicitamente si sostiene che, se dopo l'illuminante spiegazione di Travaglio questi ancora non fossero contenti, sarebbero anch'essi dei beceri ignoranti, ipocriti e intolleranti.
Conclude con l'illuminantissimo elogio della gratuità, cosa scandalosa di questi tempi eccetera, di cui invece lui è ovviamente paladino perché dalla parte della ragione. Infatti di insulti ne distribuisce tanti gratuitamente, vedi elenco qua sopra.
Da notare che Travaglio non ha mai criticato la sentenza della Corte, perché la parola dei giudici è per lui sottratta ad ogni possibile critica. Lui dice solo “dipendesse da me”, e cioè che questa è la sua semplice e inutile opinione personale. Opinione che condivide coi suoi lettori, ma che rimane lettera morta; infatti, dipendesse da lui, non si batterebbe per constrastare la decisione della Corte, ma lascerebbe che le cose andassero avanti come vogliono i giudici. In sostanza, solo parole vuote e un po’ di inchiostro.

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